18.06.2018
Parte la Riconquista
La riunione del 14 giugno 2018 dal titolo “Parte la Riconquista – Italia al centro dell’Europa Sovrana” è stata registrata sul profilo :
Qui di seguito abbiamo riportato il sunto degli interventi e cogliamo l’occasione per partire proprio dalla fine.
Si è deciso d’avviare un’azione sinergica di egemonia culturale per rilanciare i temi del nazionalismo rivoluzionario europeo e, ovviamente, non solo di questo.
La lista degli strumenti disponibili dev’essere ancora stilata. Di sicuro avremo noreporter, Polaris (cartaceo e digitale), europanazione, Svegliati Europa, Essere, EurHope e i social. Chiediamo a chiunque sia disposto ad aprire i suoi spazi a questa riconquista di comunicarcelo, come pure a tutti coloro che sono disposti a offrire il loro contributo, non pressante ma possibilmente regolare, di non esitare a contattarci.
Seguiranno presto comunicazioni in tal senso. Per ora ecco il riassunto della serata di giovedì.
INTRODUZIONE (Gabriele Adinolfi) “Dopo 73 anni si verifica per la prima volta una possibilità di emancipazione dell’Europa dal mondo angloamericano. 78 anni dopo l’entrata in guerra, il caso Aquarius, vede opposti gli stessi schieramenti di allora. Ritorniamo nella storia e quindi nella tragedia. Possiamo dire che la ricreazione è finita, basta quindi sonnecchiare. Torniamo all’avanguardia che ci compete!”
Giancarlo Ferrara (professionalmente nella finanza, quarant’anni d’impegno radicale in ambiti trasversali, scrive su Polaris e noreporter): “L’Europa è una necessità storica, culturale, spirituale e geopolitica e il suo nome non può essere lasciato ai Proci che banchettano a Itaca. Serve un’Europa politica che manca, oggi la Ue è una sommatoria di Stati nazionali e Bruxelles ne è il terminale più che la cupola. L’asse delineato Vienna-Berlino-Roma e le nuove aperture verso la Russia aprono spiragli. In quest’ottica chi ventila posizioni di uscita dalla Ue presenta soluzioni velleitarie e pericolose. In quanto all’Euro, che è un altro argomento, va detto che il no Euro presenta una serie di affermazioni come minimo inesatte. In ogni caso, nello scontro economico e finanziario, questa soluzione sarebbe a vantaggio di una potenza sola, quella che ha le basi sul nostro territorio, gli Usa. Contare di più in Europa si dice oggi. Bene! Ma dobbiamo rifondare tutto qui in Italia, la cui classe dirigente spicca per incompetenza, corruzione, assenteismo e mancanza di analisi e strategie. Quindi Italia al centro dell’Europa Sovrana perché il futuro sarà quello della concorrenza tra blocchi. Non c’è Europa senza Italia e non c’è Italia senza Europa. Rievocando certe posizioni diciamo: né con Soros né con Trump!”
Salvatore Deidda “Sasso” (storico militante sardo di Caravella, Cagliari, oggi deputato di Fratelli d’Italia): “Lancia un Sasso contro quest’Europa era lo slogan della mia candidatura alle europee. Bisogna affondare nella cultura dei popoli e nella nostra terra. Da noi in Sardegna sono gli indipendentisti i principali europeisti e temo che la Ue voglia disgregare gli Stati nazionali. A me non piace Bruxelles ma piace sicuramente l’Europa dei popoli che deve ripartire dall’appartenenza, l’identità e la cultura”.
Gian Marco Concas (È stato dirigente di Generazione Identitaria, ha guidato una delle navi di Defend Europe nella battaglia contro le Ong nel luglio 2017, ha scritto Rigenerazione Identitaria, è impegnato nella difesa del patrimonio tradizionale ed ambientale nell’Alto Lazio): “Noi abbiamo affrontato Aquarius la scorsa estate durante la missione. In quello scontro è emerso che quel che conta in realtà è il nostro modo di rapportarci con la nostra Civiltà europea. L’etologo Danilo Mainardi afferma che la cultura dipende dalla biologia. Non si tratta affatto di un fattore monetario o economico ma di come essere legati alla Madre Patria, alla Sacra Terra. Non abbiamo più sentito parlare di Santa Madre Italia o di Santa Madre Germania. Se lo facessimo ci ricollegheremmo alla terra, all’agricoltura, in una logica di sangue e suolo. Terra, popolo e cultura. Così l’Europa dovrà offrire l’espressione politica di se stessa, basandosi su di un patto tra uomini e un patto tra popoli.”
Maria Giovanna De Palma (Quadro lanzichenecco di Bari, giornalista, sottufficiale dell’Esercito. Oltre che su quotidiani pugliesi scrive per Polaris): “Il problema è innanzitutto culturale. L’ordine naturale e anche i rapporti tra i sessi sono stati stravolti con tutto quello che ne consegue, tra cui il melting pot. Dobbiamo combattere una battaglia per le nostre tradizioni e per la natura. A questo si deve collegare una linea culturale e commerciale che sia in accordo con le nostre propensioni. Quindi una linea eurafricana a dominanza italiana che si leghi all’Europa fuori dalle logiche di Yalta e ci assicuri un futuro ambizioso”.
Marco Malaguti (È stato dirigente europeo di Generazione Identitaria, ha un esercizio nella ristorazione in Emilia): “Non ci servono ponti né muri ma porte che sono il simbolo della sovranità! Dobbiamo essere una porta che proietta i nostri interessi in Europa e quelli europei nel mondo e che si apra verso la nostra sfera d’influenza che non è solo in Africa. Se noi riuniamo con una linea immaginaria i possedimenti extraeuropei dei Paesi della Ue, esclusa la Gran Bretagna, tracciamo un vero e proprio un cordone sanitario che contiene l’egemonia Usa e mette in crisi la dottrina Monroe. Se riunissimo gli eserciti europei avremmo il secondo esercito al mondo. Per l’armamento spendiamo più del quadruplo della Russia. Le sole flotte francese e italiana riunite formerebbero già la quarta flotta mondiale. E ricordo che noi abbiamo ben due portaerei rispetto ad una francese. Ritengo che questa sia una prospettiva da studiare, anche in facoltà universitarie. In quanto alla Ue essa al momento è usurpata da poteri che di europeo non hanno nulla e si deve perciò rivoluzionare l’Europa”.
Marco Scatarzi (Editore di Passaggio al bosco e dirigente di Casaggì Firenze): “L’Europa ha la necessità di riscoprire uno spazio vitale. Innanzitutto mettendo l’Italia al centro dell’Europa e poi rifondando la nostra idea d’Europa. Se dobbiamo parlare di Riconquista dobbiamo farlo con un certo lessico. Jean Thiriart oltre mezzo secolo fa andava oltre la burocrazia e parlava di idea dell’uomo e della società, di programma di civiltà. Al di là della volontà di potenza noi annunciamo una volontà di superiorità, l’Europa come concezione dell’uomo. L’Europa non può nascere dalla sola buona volontà. Contestata ancor prima della sua formazione essa – diceva Thiriart – lo sarà anche dopo. L’Europa dovrà essere la potenza dello spirito. L’Europa è cosa grave che nascerà da un’azione rivoluzionaria. Quando si dimostrerà pericolosa solo cinque fautori dell’Europa Nazione su cento saranno lì a rischiare, noi siamo tra quei cinque! Noi vogliamo l’Europa della legittimità, essa si conquista! La Riconquista riparta all’insegna di QUESTA Europa!”
Vittorio De Pedys (Docente universitario di economia e finanza sul piano internazionale. Scrive su Polaris): “L’Europa che piace a noi è romana e ghibellina, ma manca molto perché lo sia, oggi tutto si concentra su di un piano economico che per quanto sia importante non è l’unico. Noi dobbiamo fare dei passi avanti giganteschi verso l’Europa politica e qualche passo indietro su quello economico. La nostra politica estera europea, ad esempio, è solo reattiva per le aggressioni di Trump ma manca una politica comune. La stessa Germania in questo è carente. Di fronte alle potenze mondiali siamo poi in ritardo anni luce sull’innovazione e dobbiamo correre. Mentre si deve accelerare politicamente si deve rallentare sul piano finanziario laddove, con il Centro Studi Polaris abbiamo anche immaginato una doppia velocità monetaria a titolo transitorio, nella logica di riforma dell’Euro consapevoli che uscirne, al di là del significato politico che in questo momento sarebbe inaccettabile, sarebbe una soluzione peggiore del male. Oggi abbiamo per la prima volta dal ’45 un’Europa avversaria degli Stati Uniti, qualcosa d’inconcepibile fino a tre anni fa, per questo dobbiamo rafforzare l’Europa cambiandola. Gli Usa vogliono la Germania il più debole possibile in Europa e la vogliono lontana dalla Russia. Con la fine del QE e Draghi che lascerà il posto a un tedesco il 2019 si annuncia conflittuale. C’è anche il vero piano B, ovvero la fuoriuscita – in alto – della Germania dall’Euro. Si rendono indispensabili una serie di misure economiche e finanziarie in Italia che devono essere realizzate con urgenza e di cui abbiamo le ricette. Ma è innanzitutto qui che si deve agire chirurgicamente”.
Daniele Maura (Consigliere comunale di Giuliano di Roma, Frosinone, responsabile provinciale di Fratelli d’Italia) : “L’Europa dev’essere sovrana e con spirito imperiale, deve ritrovare la sua forza culturale ed economica; unita, può rispondere all’egemonia angloamericana, agli attacchi di Trump ed anche al sovranismo, manipolato anch’esso dagli americani. Perché il piccolo resta sempre piccolo e serve che rimanga tale perché sia debole e per renderci tutti deboli. Noi dobbiamo invece essere forti.
Nel Mediterraneo si deve cambiare radicalmente politica per evitare che resti una rotta di schiavi. Fondamentale per l’Europa è dotarsi di una nuova politica demografica e rifiutare le linee alla Saviano che predicano la sostituzione della popolazione con la gente che viene dall’Africa”.
Alexander Markovics (quadro identitario austriaco, giornalista ed esponente della Neue Rechte): “La sovranità, citando Carl Schmitt, appartiene a chi è padrone del proprio destino. L’americanismo va combattuto ma va rifiutata anche l’unipolarità, l’Europa deve immaginarsi in una multipolarità e lo può fare superando gli schemi degli Stati moderni che ci hanno condotto fin qui. La logica romana e del Sacro Romano Impero salvaguarda le particolarità e privilegia il concetto di qualità rispetto a quello di quantità. Il concetto che sottende questa soluzione è quello di gerarchia il che comporta una visione religiosa e una ricristianizzazione. Il Contropotere deve diventare una necessità, espressione di una rivoluzione mentale e spirituale che ci liberi dal pensiero capitalista. Ispirazioni da cogliere in Alain de Benoist e Alexander Dugin. Il problema centrale resta l’ideologia capitalista con la sua visione individualista e materialista. La logica globale e occidentocentrica è nefasta anche perché abbandona la logica degli spazi vitali. In conclusione noi dobbiamo fare un percorso per vedere come si può affermare sovranità al di fuori dell’imperialismo e del capitalismo. Un’idea organica e imperiale sul modello romano, con la visione filosofica della quarta teoria di Dugin e con la visione eroica che si fondi sul ricordo degli eroi d’Europa, quale ad esempio Eugenio di Savoia”.
Marina Simeone (docente di Latino e Greco, membro del direttivo di Revolvere che coordina associazioni e case editrici) : “Perfettamente d’accordo con l’Europa come Mito, Necessità, Onore e Fedeltà e sul modello dell’Uomo Romano. L’Egemonia culturale si può e si deve realizzare. Si deve partire dall’allevare, cioè dai bambini, dalle scuole, operando su di un piano più ampio perché non esistono élites che si autoeleggono ma élites che sono riconosciute per quello che fanno. Lo spazio politico in effetti c’è ma serve soprattutto combattere sul piano del progetto culturale. Mettendo costantemente i discussione gerarchie pregresse e logiche di parte, facciamolo fianco a fianco!”
Giacomo Petrella (Genovese, brand manager del beverage, scrive per diverse testate, cofondatore di barbadillo.it e creatore di europanazione.wordpress.com) : “La Russia, la Cina, l’India, l’Africa e il mondo angloamericano non sono democrazie se non, a volte, di facciata, l’Europa è l’ultimo baluardo del sistema democratico. Noi italiani lo conosciamo bene questo sistema che socializza le perdite e privatizza i guadagni. La Germania che ha retto all’interno del capitalismo lo ha fatto in un modello renano con annessa socializzazione degli utili. Perché l’Europa possa approfittare di questo momento magico deve superare la sua superstizione democratica e acquisire potenza. Chi meglio di noi per questa sintesi? È ora che l’area se ne accorga e che torni a ragionare come avanguardia”.
Associazione Culturale Veneto Fronte Skinheads (Sintesi dell’intervento inviato e letto in sala): L’attuale Ue è una forma di Unione Sovietica che impone i suoi piani quinquennali, nulla a che vedere con quello che intendevamo noi per Europa Nazione. La Ue oggi è incapace di qualsiasi atto politico. La politica stessa è sottomessa alla finanza ma lo scontro è sempre lo stesso: politica contro finanza, sangue contro oro. Oggi sia gli Stati nazione che la Ue sono non-Nazioni che subordinano tutto ad una burocrazia con valori economici. Prima di ogni cosa, per formare il movimento d’Indipendenza Europea bisogna riaffermare il primato della politica con azioni ragionate che rispettino il nostro concetto di Nazione per marciare fianco a fianco con i nostri fratelli che abbiamo incontrato negli anni in giro per l’Europa e con i quali, a prescindere dai rispettivi idiomi, abbiamo sempre parlato la stessa lingua”.
Manuel Sagnotti (Studente, rappresentante di Federazione che riunisce varie realtà intorno a Lealtà Azione, tra queste il Foro di Roma e il Cervantes di Catania): “Mito: per noi è l’idea stessa di spazio europeo, che deve rappresentare la nostra Stella Polare. Esso è Roma, è il Sacro Romano Impero. Necessità: capacità d’indirizzo politico nell’attuale ordinamento europeo contrapponendo una visione organicista e l’espressione dei popoli alla logica mondialista, tecnocratica e burocratica. L’Ungheria e l’Austria – che parla di asse della volontà – aprono la via. Due fronti sono aperti: quello dell’economia che non deve più strozzare le imprese e quello dell’immigrazione. Siamo quindi europei e non europeisti che non significa nulla, e affermiamo la Tradizione!”
Gabriele Adinolfi: “Tre considerazioni, perché se non fossero tre non sarei più io.
La prima: Il livello alto, si è dimostrato oggi, non appartiene solo ai Think Tank, il che significa che possiamo tornare a rappresentare una fucina e ridivenire avanguardia. Purtroppo i principali soggetti dell’area, esemplari per molti versi, in questo sono profondamente in ritardo e assumono un’ideologia quasi per contagio, un po’ per scarsa preparazione, un po’ per opera di quello che io considero essere il partito di Londra. Tutto questo però è superabile.
La seconda: Non voglio fondare partiti o movimenti politici che da tempo considero vivai ma ai quali non riconosco più la valenza politica effettiva che ormai è solo una questione di lotta di élites. La mia visione di élite è quella di uomini liberi, come i germani arimanni, che si riuniscono in autonomia ma in sintonia ma devono operare con metodologia leninista o mussoliniana. Queste élites formano a loro volta élites e creano realtà che vanno anche a vantaggio dei partiti e dei movimenti politici. La giusta gerarchia funzionale, oggi capovolta, dev’essere questa!
Terza : metteremo a disposizione tutti gli strumenti presenti, per coordinare una battaglia di Egemonia Culturale in modo di rilanciare da ora il concetto centrale di Nazionalismo Rivoluzionario Europeo, in concorrenza con nessun movimento o partito politico che riceveranno, che lo vogliano o meno, quel valore aggiunto che è davvero indispensabile perché rabbrividisco quando mi rendo conto che quel ruolo di avanguardia che è durato ininterrottamente dal dopoguerra si è completamente smarrito di colpo e che l’area nelle sue espressioni politiche si è impantanata nella retroguardia.
Oggi, avete sentito, le sfumature sono state diverse e non abbiamo detto necessariamente le stesse cose, ma abbiamo detto la stessa cosa. Voglio che da oggi si possa dire: Parte la Riconquista per tornare ad assumere il nostro ruolo perché solo così si può tornare a portare l’Italia al centro d’Europa e l’Europa sul tetto del mondo”.
Ora, incominciamo!