Rifondazione. Sacralizzare gli spazi. Dentro di noi.
Autore: Gabriele Adinolfi
Notre-Dame devastata dalle fiamme.
Negli ultimi mesi sono andate a fuoco St. Sulpice a Parigi, St. Nicolas nel nord e St. Alain nel sud della Francia. Sono stati devastati cimiteri, spezzate croci, in un crescendo inarrestabile.
La possiamo vedere in mille modi.
1. L’odio jihadista.
Dalla Francia sono partiti molti combattenti per lo Stato islamico e molti ce ne sono ancora.
Ieri un tagliatore di pietre parigino postava un tweet in cui spiegava che nei cantieri la mano d’opera viene dall’Africa musulmana. Possibile quindi il sabotaggio? Possibile. E se le autorità lo sanno, tacciono per non diffondere il terrore. Basti pensare che il personale che mette i bagagli nelle stive degli aerei ha la medesima provenienza: il panico sarebbe assicurato.
2. Il caso
Un po’ troppo ricorrente. Ma possibilissimo, specie per Notre-Dame. Il che sarebbe anche peggio.
3. I satanisti.
Un fenomeno in crescendo impressionante in occidente.
Non so se scopriremo mai a cosa si deve tutto ciò, ma saperlo ha un’importanza relativa se si possiede un’idea metafisica attraverso la quale il simbolo e l’anima dell’epoca prevalgono sui fattori contingenti che li assecondano. Si troverà sempre un jihadista o un satanista per compiere, quasi in stato di trance, un atto corrosivo che sia in linea con il simbolo imperante e con l’anima del momento. E sono questi e non quelli che contano davvero.
Il simbolo degli hippies e della contestazione, era una Runa della vita capovolta, l’inversione pura: con le radici non nel cielo ma negli inferi. Fu un messaggio di “liberazione”. Una rivoluzione psichedelica che negava il padre, castrava il maschio e rendeva l’identità una sovrastruttura da ordinare alla carta. Ogni volta che viene usata, quella parola, “liberazione” è della devastazione interiore e comunitaria che si parla. Ed è la devastazione interiore e comunitaria che si produce.
Ovviamente non fu solo un fenomeno spontaneo, ma, come tutto quello che rotola in basso, ebbe una dinamica sua che accelerò seguendo le leggi di gravità.
Si badi! L’inversione della gerarchia e dell’ordine non producono vertici in basso, bensì vortici in basso. Perché il verbo, non più coniugato da un soggetto cosciente, va in forma passiva e i suoi nazgul tolkeniani sono dei complementi d’agente.
A intervenire come complemento d’agente nel dopoguerra europeo scoviamo tantissimi virus e parassiti. Uno in particolare, forte già ai primi del novecento, collega però le strutture del terrore sovversivo: è quello del satanismo teosofista che impregnò dapprima l’intera intelligence britannica per poi espandersi a tutti i principali servizi occidentali e anche ai sovietici.
Se dobbiamo intravedere una centrale nemica, con possibili responsabilità nello stesso scempio di Notre-Dame, è lì che lo possiamo fissare.
Ed è di lì che partono anche il jihadismo e il salafismo, indotti dai servizi segreti occidentali nei paesi musulmani, fin dai tempi del conflitto in Afghanistan degli anni ottanta.
Così Daesh è stata spacciata in occidente con il nome Isis, dall’appropriazione indebita e inversa del culto di Iside, ma anche per dare un monito agli iniziati Is Is: Is Intelligence Service, cioè il centro dell’ombra.
Prima di Notre-Dame, proprio lì c’era un tempio di Iside. Il messaggio per gli iniziati è chiaro. Resta da vedere se questo è avvenuto con la partecipazione consapevole dell’uomo o meno. Il che sarebbe peggio perché denoterebbe maggior forza sovrumana nell’Inversione devastante.
Mi rendo conto che assai poca gente ha gli strumenti culturali e le esperienze di vita per affrontare una questione così inquietante. Rischia di sbandare nel sensazionalismo e di rientrare nel gioco dei condizionamenti psicologici e spirituali.
Si stia alla larga soprattutto da questi ultimi!
Perché in quello che guénonianamente è un fine ciclo e cristianamente la fine dei tempi, il nemico principale, il vero alleato del nemico che ti ruba l’anima, è l’angoscia del divenire.
A cui si contrappone soltanto l’Essere che, se dal divenire sembra illusoriamente destinato a corrompersi giorno dopo giorno, in realtà lo contiene quando esprime una serenità metafisica che si ricollega con l’eternità.
In poche parole: non conta più di tanto lo scoprire chi, cosa, quale forza, ci sia dietro al simbolo della distruzione di Notre-Dame. Importa la capacità di reazione al processo di “liberazione”, al gorgo disgregante che ne sono la causa essenziale.
Bisogna Essere Europa nel senso esatto di quel che ciò vuole dire, ovvero dobbiamo recuperare la coscienza degli Eroi, la visione dell’arte e del bello e, soprattutto, rifondare sacralizzando gli spazi.
Innanzitutto gli spazi dentro di noi.
Il nemico – chiamatelo Satana se vi è più familiare – esiste ma non è, è ipnosi ed illusione.
Chi sorride ed ama la luce non perde mai.
Sacralizziamo con semplicità noi stessi, e per contagio positivo gli altri intorno a noi, non si può perdere. l’Europa tornerà e sarà per sempre.
Risorgerà come una fenice, sublimando e impersonando tutti i suoi strati.