Promossa da EurHope graze all’organizzazione AEMN, Parigi, sabato 17 giugno, ha ascoltato la voce dell’Europa più autentica, di coloro che sono nati e cresciuti nella cultura ideale che ne fece Mito e non un involucro della burocrazia usuraia. Né sovranismo provinciale né europeismo tecnocratico ma una terza via che è quella giusta, dove potenza e spirito si uniscono tra loro e accettano la sfida della storia per cambiarne il segno.
Così Gabriele Adinolfi ha raccolto intorno a un tavolo dei relatori da sei nazioni in un’aula gremita malgrado il bel sabato di giugno e la concomitanza con le cerimonie solstiziali. Non soltanto parigini nel pubblico, ma gente venuta da altre regioni francesi e perfino dal Belgio e dall’Olanda.
Sullo sfondo foto e citazioni dei cantori dell’Europa autentica, quell’altra Europa imperativa, come dal titolo del convegno: Jean Thiriart, Maurice Bardèche, Jean Mabire, Pierre Drieu La Rochelle, Gaston-Armand Aumodruz, Dominique Venner, Julius Evola, Ernst Jünger, Adriano Romualdi. E le foto di Martiri per l’Europa: Jan Palach a Praga, il greco Mikis Mantakas a Roma, Roger Coudroy in Palestina. Infine le Termopili come simbolo di nascita europea, dove il sacrificio ha creato la vittoria, da cui l’ultima foto, quella della Fenice.
I relatori non erano intellettuali puri e semplici ma persone impegnate in azioni politiche. Dal professor Gérard Dussouy che ha spiegato la necessità storica di un’Europa unita e potente, si è passati ad Enric Ravello Barber, che da Valencia ha sottolineato la funzione dell’ideale imperiale per garantire le patrie carnali senza negare le nazioni storiche. Hilde Delobel, a lungo deputata fiamminga del VB ha denunciato gli occupanti di Bruxelles come usurpatori del termine Europa e ha definito la UE come UBE (Unione dei Burocrati in Europa), richiedendo a gran voce una svolta.
Arnaud Naudin, giornalista, ha spiegato come sia possibile dare battaglia in Europa invece di disertare la lotta chiudendosi a riccio nel nulla. Mario Borghezio, eurodeputato della Lega Nord e membro della Commissione Esteri della UE, ha ripercorso la sua militanza giovanile nella Jeune Europe di Thiriart e ha spiegato come quella mentalità rivoluzionaria e quella formazione quadri siano importanti oggi e debbano essere replicati per poter vincere le nostre sfide.
Laslo Sipos, funzionario ungherese di Jobbik, ha detto che prima ancora di pensare a vincere elettoralmente si deve procedere alla riconquista graduale di genere comunitario sui piani morale, culturale e sociale. Georges Feltin-Tracol ha messo a confronto l’Europa e la UE in modo impeccabile e preciso. Konstantinos Boviatsos, militante e funzionario europeo di Alba Dorata, ha parlato della situazione greca dove alla banca rotta farà seguito la guerra civile se non si farà in modo d’impedirlo con un impegno no soltanto ellenico. Quindi Gabriele Adinolfi ha tratto il bilancio di un anno e mezzo di attività a rete sui piani economico, lobbistico, culturale, politico e formativo e ha sottolineato la necessità di recuperare la mentalità, la centralità e la metodologia del realismo rivoluzionario per uscire dalle illusioni stupide della reazione.
Ponendo infine l’accento sul recupero dell’assialità e della virilità, Adinolfi ha annunciato che questo nuovo genere d’incontri che non sono né comizi, né conferenze, ma momenti di lavoro e di organizzazione, si ripeterà periodicamente per fare avanzare le iniziative d’avanguardia e di rete.